Zinco: un minerale contro il raffreddore e non solo

Molti pazienti e operatori sanitari sono sempre alla ricerca di rimedi per prevenire o ridurre la durata del comune raffreddore. In effetti, è stata la serendipità a portare all’attenzione dei ricercatori lo zinco come candidato utile ad alleviare i sintomi del raffreddore. Oggi sappiamo che lo zinco è molto importante anche perché modula positivamente il nostro sistema immunitario, motivo per cui è molto utile nella stagione fredda per contrastare le sindromi influenzali e da raffreddamento.

Effetto dello zinco sul comune raffreddore

Tutto è iniziato 40 anni fa con un’osservazione clinica fatta da un medico che stava curando un paziente oncologico pediatrico sottoposto a chemioterapia che soffriva anche di frequenti raffreddori gravi. Il medico aveva inizialmente prescritto compresse di zinco solubili per trattare la carenza di zinco del paziente e stimolare la risposta immunitaria, ma in seguito capì che lo zinco aveva anche alleviato i sintomi del raffreddore.

Da quel momento, sono stati condotti numerosi studi clinici con risultati sorprendenti. Una recente meta-analisi ha evidenziato i risultati raccolti da sei studi clinici sull’integrazione di zinco rispetto al placebo. È stato scoperto che l’integrazione di zinco riduce la durata dei sintomi del raffreddore in media di 2,25 giorni.

Zinco e sistema immunitario

Studi scientifici hanno dimostrato l’importanza dello zinco per il mantenimento e lo sviluppo di componenti critici sia del nostro sistema immunitario innato sia di quello adattativo. La nostra risposta innata del sistema immunitario ad un patogeno è relativamente generica ma rapida. La nostra risposta immunitaria adattativa, invece, è più specifica per il patogeno. Ciò include un attacco diretto al patagone da parte dei linfociti T, e degli anticorpi specifici prodotti dai linfociti B.

Data l’importanza dello zinco nel mantenimento della normale funzione del sistema immunitario, non sorprende che ci sia stato un grande interesse nel determinare se lo zinco potesse anche avere un ruolo importante contro la malattia da COVID-19. Attualmente, sono in corso una serie di studi clinici per valutare l’impatto della supplementazione di zinco sulla prevenzione e il trattamento del COVID-19.

Prevenire la carenza di zinco

La carenza di zinco altera la funzione del midollo osseo, diminuendo il numero delle cellule immunitarie precursori dei linfociti B e T. Bassi livelli di zinco aumentano anche la concentrazione di citochine pro-infiammatorie. Lo zinco, dopo il ferro, è il secondo minerale tracciato più abbondante nel corpo ed è essenziale per una serie di processi cellulari. A differenza del ferro, il corpo umano non mantiene una riserva di zinco. Sfortunatamente, i livelli di zinco sono difficili da misurare con precisione poiché lo zinco è distribuito su vari componenti cellulari. Il modo migliore per valutare se stai assumendo abbastanza zinco è dare un’occhiata più da vicino alla tua dieta e fare riferimento ai livelli di assunzione raccomandata.

Tra gli alimenti che contengono più zinco per porzione vi sono le ostriche. Tuttavia, la carne rossa e il pollame forniscono la maggior parte dello zinco nella dieta italiana. Altre fonti alimentari ideali di zinco includono:

• Fagioli;
• Noccioline;
• Frutti di mare come granchi e aragoste;
• Latte e formaggi;
• Uova;
• Cereali integrali.

Pertanto, durante il periodo invernale lo zinco diventa un ottimo alleato per la stagione influenzale. Inoltre, poiché dai primi studi clinici sta emergendo un certo ottimismo dell’efficacia dello zinco contro il COVID-19, è meglio fare il pieno di questo minerale essenziale.