Parkinson: le vitamine C ed E riducono il rischio
Secondo un nuovo studio pubblicato sulla rivista medica dell’American Academy of Neurology, le persone che consumano alti livelli di vitamina C ed E nella loro dieta hanno un rischio inferiore di contrarre il Parkinson rispetto alle persone che assumono solo piccole quantità di questi nutrienti.
Cos’è il Parkinson?
La malattia di Parkinson è un disturbo del movimento che può influenzare la parola, la deambulazione e l’equilibrio a causa di una graduale riduzione di una sostanza nel cervello chiamata dopamina. I sintomi del Parkinson di solito iniziano gradualmente e peggiorano nel tempo. Con il progredire della malattia, le persone possono avere difficoltà a camminare e parlare. Possono anche avere cambiamenti di umore e comportamentali, problemi di sonno, depressione, difficoltà di memoria e affaticamento.
Un chiaro fattore di rischio per il Parkinson è l’età. Sebbene la maggior parte delle persone con Parkinson sviluppi la malattia intorno ai 60 anni, circa il 5-10% delle persone con Parkinson ha una malattia “a esordio precoce“, che inizia prima dei 50 anni.
Sia gli uomini che le donne possono avere il morbo di Parkinson. Tuttavia, gli uomini sono maggiormente soggetti a tale patologia.
Parkinson e stress ossidativo
A livello microscopico è ormai nota la relazione tra lo stress ossidativo e la degenerazione dei neuroni dopaminergici, ovvero cellule nervose adibite al rilascio di dopamina. Lo stress ossidativo si verifica quando la capacità dei sistemi antiossidanti endogeni viene sopraffatta dalla generazione di specie reattive dell’ossigeno, capaci di creare danno cellulare. Quindi, gli antiossidanti possono aiutare a contrastare le molecole instabili e il conseguente stress ossidativo che può portare alla riduzione della dopamina nel cervello. Le vitamine C ed E sono degli antiossidanti che riducono o prevengono il danno cellulare e l’infiammazione. Alimenti come arance, fragole, broccoli e cavoletti di Bruxelles contengono alti livelli di vitamina C. La vitamina E si trova maggiormente negli spinaci, nel cavolo riccio, nella zucca e nella frutta secca come mandorle e arachidi.
Lo studio
I ricercatori hanno seguito 41.624 adulti in Svezia per una media di 18 anni, raccogliendo risposte da un questionario per ogni partecipante sulle proprie caratteristiche fisiche (altezza, peso), e sui fattori dello stile di vita come dieta ed attività fisica. I ricercatori hanno anche calcolato l’indice di massa corporea e i livelli di attività per ogni partecipante. Lo scopo era quello di stabilire una relazione tra l’assunzione di antiossidanti e lo sviluppo del Parkinson. In particolare, è stata valutata l’assunzione dei singoli antiossidanti (vitamina C, vitamina E, beta-carotene).
Lo studio ha rilevato che i soggetti che assumevano vitamina C o vitamina E, avevano un rischio inferiore del 32% di sviluppare la patologia del Parkinson. Inoltre, lo studio evidenzia che un’assunzione elevata di entrambe le vitamine (C ed E) determina un rischio ancora minore di sviluppare tale malattia.
La possibilità di essere in grado di ridurre il rischio di malattia di Parkinson semplicemente con i cibi che mangiamo è una notizia incoraggiante. Tuttavia, migliorare la nostra dieta è, oggi più che mai, un ottimo modo per migliorare la salute generale.